I malanni del calcio





L'undici dicembre scorso, l'ultimo turno del girone eliminatorio, ha riservato una cattiva sorpresa per una delle più blasonate formazioni d'Italia. Purtroppo il risultato infausto ne ha determinato l'eliminazione, ma io voglio soffermarmi sulle polemiche scaturite circa la valutazione di validità o meno dell'incontro. Tra le tante polemiche è stato detto che non si facilitava il gioco, tanto meno lo spettacolo. Bisogna riconoscere che le condizioni erano veramente proibitive ma - nello scenario di un calcio orientato ormai più ai diritti tv e agli introiti - parlare di spettacolo mi pare decisamente eccessivo. I calciatori sono tanto pagati che spesso pare quasi ovvio che  pensino più spesso alla propria immagine che all'impegno da profondere in campo. Sembra che stia venendo meno il senso di responsabilità e l'attaccamento alle maglie ed al pubblico, a danno del calcio minore e di quello giovanile, che certo non può trarre tanti insegnamenti, se non emulare creste e comportamenti poco consoni all'interno di un terreno di gioco. Uno dei tanti piccoli esempi di come il calcio debba essere vissuto ed interpretato lo fornisce un incontro giocato in un lontanissimo 22 dicembre 1946. Il match in programma è Torino-Fiorentina. 

La Juventus perde clamorosamente contro un sorprendente Modena ed i granata possono conquistare la testa della classifica con una vittoria. Non solo vincono ma convincono e divertono con un sonante 7 a 2, e lo fanno su un campo coperto di neve ed ad una temperatura che poche ore prima dell'incontro registrava meno 13°. Questo freddo polare aveva reso la soffice neve una pericolosa pista da pattinaggio, eppure si gioca come se nulla fosse. Con due reti di Ossola e una di Mazzola, di Loich, di Gabetto e Grezar regola una determinata e non arrendevole Fiorentina. Chissà se sarà possibile recuperare questo calcio. Credo che lo spettacolo ne guadagnerebbe e forse potremmo avere nuovamente più pubblico nei nostri stadi.
                                                                                                         Mario Fadda

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