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Il derby dei cinque Cevenini

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I cinque fratelli Cevenini Nell'Italia del primo dopoguerra si sentiva un gran bisogno di normalità. La Nazione, dopo i lunghi e tragici anni di guerra, si era risvegliata con una nuova ed esaltante primavera sportiva. Erano sorte nuove società sportive, che unite alle gloriose compagini che avevano esaltato le folle prima della guerra, ora animavano il nuovo campionato finalmente ripreso nell'autunno del 1919. In quel lontano campionato vennero reintegrate anche le squadre che, prima della guerra, erano retrocesse in Categoria B. A queste si aggiunsero le nuove società ed il campionato si fece sempre più lungo. Quel campionato venne alla fine vinto proprio dall'Internazionale, nella quale erano ritornati Aldo e Luigi (Cevenini I e III) ed erano confluiti Mario e Cesare (II, IV dei fratelli Cevenini). Nella stagione successiva (1920-21), dal Milan giunse anche il più piccolo dei fratelli Cevenini, Carlo, il quinto ed ultimo. Nel nuovo torneo i neroazzurri vennero i

Scudetto 1914-15: La polemica infinita.

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Carlo Tavecchio Non si fermano le polemiche sul campionato più atipico della storia del calcio italiano, quello del 1914-15, mai portato al termine ed assegnato al Genoa a fine conflitto. Oggi molti speravano che durante la riunione federale si sarebbe sciolto questo antico nodo, ma il presidente Tavecchio ha gelato chi sperava in un ex aequo: "La decisione sullo scudetto del 1914-15 non era all'ordine del giorno. C'è una commissione che studierà e valuterà la situazione. Guardate che il percorso ha impiegato cento anni, se ne impiega 101 non cambia niente." La speranza è che la Federazione possa rendersi conto della posizione di tutte le squadre che possono vantare dei diritti su quel campionato, perché tutti quei ragazzi che caddero al fronte, senza distinzione di maglia, possano veder riconosciuto, anche in ambito sportivo,  il loro sacrificio.

Un libro sul campionato della discordia

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La copertina del volume Vedrà presto la stampa il volume “1914-15: Il campionato mai finito”; un saggio che ripercorre la storia di quell’ultimo torneo prima che anche l’Italia venisse inghiottita nel vortice della follia bellica. Perché un libro su quel singolo torneo? Perché quello risulta essere uno dei campionati più atipici della storia del calcio italiano, un campionato che ha spesso fatto parlare di sé e che anche ultimamente ha guadagnato la ribalta della cronaca, con una discussione in seno alla federazione per un ipotetico ex aequo. Quel torneo nacque tra molte incertezze, proprio nei giorni della titubante dichiarazione italiana di neutralità. Partì durante l’autunno, mentre in Europa la guerra si faceva sempre più sanguinosa. Man mano che la competizione progrediva la situazione politica diveniva sempre più incerta e tutte le formazioni impegnate in campionato iniziavano a perdere parte dei propri calciatori a causa del richiamo sotto le armi.  Si giunge quindi alle

Fumata nera sullo Scudetto 1914-15

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Alla fine c'è stata la fumata nera. Grande attesa destava oggi la riunione del Consiglio Federale, tanti speravano che la decisione in merito allo scudetto del 1914-15 potesse giungere oggi. Bisogna dire che tale decisione non rientrava tra gli ordini del giorno, il presidente Tavecchio però doveva riportare alcune comunicazioni ed in tanti avevano intravvisto tra queste l'eventuale dipanarsi di una vicenda molto intricata. Invece alla fine tutto è stato ulteriormente rimandato. Lo stesso Tavecchio ha dichiarato di aver consegnato la relazione, stilata dal gruppo di esperti appositamente nominato, ad ogni membro del Consiglio Federale. Sarà quindi lo stesso Consiglio che, chiamato in causa, dovrà esprimersi sulla vicenda e prendere una decisione sull'assegnazione di quel campionato disputato e mai concluso 101 anni fa. Torino, Inter e Napoli hanno ancora tempo per unirsi alle richieste della Lazio. Possiamo solamente augurarci che la Federazione nel riparare ad un torto

Scudetto 1914-15 può essere reclamato da sei società

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parte dell'articolo della finale meridionale giocata il 16 maggio 1915 Dopo il parere favorevole della commissione federale istituita da Tavecchio, pare che il 4 agosto prossimo possa giungere la tanto agognata decisione: scudetto ex aequo a Genoa e Lazio. La relazione presentata con il sostegno di oltre 30 mila firme, evidenzia le gravi leggerezze che portarono all'assegnazione del titolo al Genoa alla fine della Grande Guerra. Nella relazione, uno dei dati più rilevanti, oltre il ritiro del Lucca per gravi motivi finanziari - che in pratica consegnò alla Lazio il titolo di Campione dell'Italia Centrale - avrebbe grande rilevanza la squalifica, da parte della Federazione, di Internazionale Napoli e Naples per aver utilizzato dei calciatori non regolarmente tesserati nella doppia finale giocata ad aprile 1915 che doveva stabilire la squadra Campione del Sud.  Naples sul campo di Agnano Compagine che poi avrebbe dovuto sfidare la Lazio per designare la finalist

1914-15 scudetto alla Lazio? I motivi per dire No

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Genoa 1914-15 Terminato anche l’atipico campionato europeo per nazioni, in attesa che vengano varati i calendari della prossima edizione della massima serie, questa estate 2016 ci offre una perla da ombrellone. Una petizione di oltre 30 mila tifosi avrebbe contestato la validità dell’assegnazione del titolo del 1914-15. In forza di questa richiesta, il presidente della F.I.G.C. Tavecchio ha istituito una commissione presieduta dall’avvocato Santoro, membri della stessa sono: Cirillo, Greco, Mastrocola e Sferrazza. La suddetta commissione ha stilato una relazione dove si registrano “evidenti omissioni” sulla decisione presa dagli enti federali dell’epoca di assegnare il titolo unicamente al Genoa. Nulla da eccepire, se si pensa che quel torneo non venne mai portato a termine, vista la convinzione degli organi federali di rimandare le gare di qualche mese. Intanto la guerra sarebbe stata “questione di poche settimane”, quindi appena terminato il conflitto, si potevano serenamente