Gian Maria Cadoni: il primo sardo a vincere lo scudetto nel 1909-10

F.C. Internazionale di Milano 1909-10

Il calcio sardo annovera come suo primiero campione nel campionato di Serie A Pietro Carta, nato a Bosa il 30 dicembre 1918. Dopo aver militato per alcuni anni nelle fila del Manfredonia prima, in compagnia di Mario Stua, passò poi al Pescara guidato da Bonello, allenatore che poi sarà l’artefice dell’esplosione del più grande cannoniere sardo di tutti i tempi: Renato Raccis. Carta, giunto al culmine della sua carriera, debuttò  nella massima serie neppure ventiduenne il 06 ottobre 1940 con la maglia del Livorno, in uno sfortunato incontro perso per due reti ad una contro i neroazzurri dell’Atalanta. Nell’arco del torneo 1940-41 totalizzerà 13 presenze realizzando 3 reti. Ma Carta non fu il primo, nè il solo. Tra le fila dell’Udinese, che vinse un campionato Italiano ante litteram nel 1896. La federazione, infatti, nacque solamente due anni dopo, e con un regolamento particolare. Il torneo infatti era organizzato dalla Federazione Italiana di Ginnastica, in cui, tra i friulani militava anche un certo Efisio Tolu. Ben più documentata, seppur breve, è la presenza di Gian Maria Cadoni nella neonata Internazionale di Milano, che a 2 anni dalla sua nascita vinse il suo primo Scudetto nel 1909-10, dopo un forsennato testa a testa con i “leoni” della Pro Vercelli, veri mattatori dei tornei di quegli anni con 2 titoli consecutivi nei due anni precedenti e dei tre successivi. Gian Maria Cadoni nacque a Villanova Monteleone, in provincia di Sassari, il 31 dicembre 1888, esattamente 30’ anni prima di Carta. Disputò con l’Internazionale i primi due incontri del vittorioso torneo e realizzò una rete. Secondo la cronaca de La Gazzetta dello Sport dell’08 novembre 1909, riguardante gli incontri del giorno precedente, a Milano si giocava la prima giornata di campionato. Da notare che la cronaca calcistica era relegata in quinta pagina dopo ciclismo, ippica, scherma e atletica. Le partite in programma erano Internazionale contro Ausonia,
altra gloriosa formazione milanese, e a seguire la forte Unione Sportiva Milanese opposta alla corazzata Genoa. L’incontro dei neroazzurri cominciava alle 15 guidato dall’arbitro Recalcati dell’U.S.M., la cronaca ci riporta che la giornata era mite e il pubblico non troppo numeroso, ma abbastanza rumoroso. La partita è parecchio fallosa tanto che dopo 5’ l’arbitro assegna un penalty all’Internazionale per un fallo di Crivelli. Zoller calcia, il portiere Quirel para, ma Engler realizza in mischia. Durante tutta la prima frazione i neroazzurri mantengono l’iniziativa e sforano varie realizzazioni con diverse discese di Schuller ben sostenuto da Cadoni e da Payer. Per contro l’Ausonia si rende pericolosa con Bontadini, futuro Campione d’Italia con l’Inter nel 1919-20 dopo aver combattuto nella Grande Guerra, e con Verga. Nella ripresa l’Ausonia più motivata coglie il pareggio con Scannagatta dopo un batti e ribatti con il portiere Muller. Il gioco si anima e l’Internazionale riprende in mano  l’incontro con gli avversari che si difendono con impeto. Improvvisamente i neroazzurri passano in vantaggio per merito di una bella azione di Cadoni, ma sono raggiunti ancora una volta dopo appena dieci minuti con un’ulteriore rete di Scannagatta, lesto a sfruttare un indecisione di Moretti che era scivolato al momento di respingere il pallone. L’incontro si chiude con i futuri campioni d’Italia protesi in avanti nel vano tentativo di aggiudicarsi l’incontro. Una settimana dopo, sempre secondo la cronaca che ci riporta la rosea a Torino i milanesi sono ospiti della Juventus, la giornata è grigia e fredda, ma il pubblico non si fa intimorire e concorre in gran numero. La Juventus passa quasi subito, in seguito ad un calcio di punizione di Frey, il quale passa a Borel che fulmina Muller. Dopo parecchi ed infruttuosi attacchi dei lombardi  Peterly sbaglia clamorosamente una rete a pochi passi dalla porta: si chiude il primo tempo. Nella seconda frazione si svolge sulla falsariga della prima e Penanno, portiere della compagine bianconera, è costretto più volte a sventare diversi palloni indirizzati verso la sua rete. Nonostante gli sforzi i neroazzurri non riescono ad agguantare il pareggio ed anzi con un azione fortunosa sempre Borel sigla il raddoppio. La mazzata non spegne l’ardore del biscione, che a più riprese arriva vicina alla segnatura, ed in una di queste a Penanno battuto, ci pensa il difensore Mastrella a sventare la minaccia. Cadoni gioca così a Torino la sua seconda ed ultima partita, di una breve carriera, che in ogni caso lo vedrà annoverato tra i primi Campioni d’Italia del team milanese e primo sardi a conquistare un titolo nazionale e a militare in una società di Prima Categoria (Serie A di allora).
*(Da notizie fornitemi dal sig. Baldassare Ruiu, il Cadoni di Venanzio e Domenica Pintore, si sposò    a Varese il 24 Settembre 1923 con Ida Alini e ivi morì il 20 Settembre 1976).
                                                                                                               Mario Fadda

Commenti

  1. Complimenti per l'articolo e per l'approfondimento anche se la notizia non è del tutto nuova. La presenza di Giammaria Cadoni ( nato a Villanova Monteleone il 31.12.1888 da padre Venanzio e mamma Pintore Domenica) risulta inserita da molti anni nel sito ufficiale dell'Inter. Per la cronaca il Cadoni non scomparve nel primo conflitto mondiale ma si ritirò ben presto dall'attività agonistica. Si sposò il 24 settembre 1923 a Varese con Alini Ida e morì nella stessa Varese il 20 settembre 1976. Saluti e di nuovo complimenti.

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  2. La ringrazio infinitamente per le precisazioni che ha voluto condividere con me, mi permetto a questo punto di integrare l'articolo citando naturalmente Lei come fonte. Anch'io ero a conoscenza da parecchio tempo del nominativo del Cadoni sul sito dell'Inter, ma avevo notato che nessuno aveva mai approfondito l'argomento. Le pagine della Gazzetta dello Sport mi hanno dato modo di colmare almeno alcune lacune. L'ipotesi della scomparsa durante il conflitto mi è venuta verificando le liste dei caduti, mi sono fatto ingannare da un nominativo. Grazie ancora per il suo intervento.

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