L'ultima partita di Renato Raccis.

Milan 1947-48

Esattamente 66 anni fa il miglior cannoniere che la Sardegna abbia saputo produrre, ossia Renato Raccis, doveva bruscamente veder spezzata la sua brillante e luminosa carriera. Tutto questo a maggior rimpianto nostro accade quando, non ancora ventiseienne, milita in una delle migliori formazioni d'Italia: il Milan e la sua fama pari alla sua vena realizzativa non potevano che aumentare. Il 28 marzo 1948 verrà ricordata come una giornata nera per tutto il calcio sardo. Dopo un incontro giocato una settimana prima a Bologna, alla presenza del Commissario Unico Vittorio Pozzo in vista delle convocazioni per l'incontro con la Francia, visibilmente debilitato dalla malattia, che già iniziava a produrre i suoi devastanti effetti, fallì anche un calcio di rigore, cosa che
Renato Raccis
non era da lui, e che costò la sconfitta al Milan e la nuova coabitazione in testa alla classifica col Torino. In quell'ultima domenica di marzo, nonostante le precarie condizioni fisiche e i continui attacchi febbrili, fu costretto a scendere in campo dai medici della società che diedero il loro benestare all'allenatore Bigogno per suo utilizzo. Dinanzi a 30.000 spettatori, il Milan partì subito male al 3' su grossolano errore del difensore Bonomi, Rossetti insaccava con un forte tiro da pochi passi portando in vantaggio la Triestina. Nei primi venti minuti i rossoneri corrono gravi pericoli, solo i tempestivi interventi del portiere Rossetti (omonimo della punta alabardata) e di Tognon, evitavano il peggio. Dopo questa frazione di gioco Nereo Rocco, allenatore della Triestina,
 Il Corriere dello Sport 29 marzo 1948
impostò la sua squadra secondo il metodo del "catenaccio" ed il bel gioco a quel punto finì. Al 27' i rossoneri giungono al pareggio: cross lungo di Tognon e Puricelli di testa in mischia centra la porta. Nella ripresa al 4' Raccis, visibilmente poco lucido, spara alto da tre metri.Al 31' la saetta di Mandas, in mezzo ad una furibonda mischia, riesce a scoccare un potente tiro che a portiere battuto è respinto sulla linea dal difensore Zorzin. Nel finale il tecnico sposta Carappellese a mezzala e Raccis, definito dal cronista de Il Corriere dello Sport Giorgio Boriani, in "giornata di scarsa vena", viene spostato all'ala. In realtà a fine partita Renato Raccis esce dal campo con 38,6 di febbre. La diagnosi sarà a questo punto impietosa nei confronti del forte attaccante sardo e la sua folgorante carriera definitivamente compromessa. Rimane il rimpianto di quello che avrebbe potuto fare negli anni a seguire. 
                                                                                                                 Mario Fadda

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