25-11-1177 L'ultima grande vittoria dei Crociati

Charles Philippe Larivière: La battaglia di Montgisard

La battaglia di Montgisard può essere considerata a ragione come l’ultima grande vittoria di un regno crociato nei confronti dei musulmani. Lo scontro decisivo avvenne il 25 novembre 1177. In precedenza un periodo di scontri e di trame politiche aveva indebolito i potentati cattolici del Medio Oriente. Baldovino IV era stato incoronato re di Gerusalemme da soli 3 anni all’età di tredici, ma le sue precarie condizioni di salute, a causa della lebbra contratta fin dalla prima fanciullezza e riconosciuta dal suo tutore e futuro arcivescovo di Gerusalemme, Guglielmo di Tiro, faceva presagire che il suo sarebbe stato un regno breve. Al più un periodo di transizione tra il regno di Amalrico I, suo padre, e l’eventuale successore. L’erede designato, dopo tanti tentennamenti, pareva essere Guglielmo del Monferrato, uno dei signori feudali più potenti dell’epoca, anche per via della stretta parentela con il re di Francia Enrico II e dell’Imperatore Federico I di Hohenstaufen, detto il Barbarossa, suoi cugini. Guglielmo in caso di bisogno avrebbe facilmente potuto ottenere aiuti militari in Europa, condizione indispensabile alla sopravvivenza dei regnicoli cristiani. Guglielmo nell’autunno del 1176 si unì in matrimonio con la principessa Sibilla, sorella maggiore di Baldovino, divenendo così il successore più prossimo alla corona gerosolimitana. Ma l’unione fu brevissima e Guglielmo morì nel giugno dell’anno successivo lasciando la moglie incinta di colui che poi sarebbe stato Baldovino V. Nel frattempo una flotta di 150 navi era pronta ad Acri per l’invasione dell’Egitto. Giunse una prima ondata di truppe dall’Europa: la guerra che veniva preparata era frutto dell’alleanza con Costantinopoli. Tra questi era anche Filippo di Fiandra, cugino primo di Baldovino, che sperava di assumere la guida del regno di Gerusalemme anche in virtù della sua parentela. Ora, secondo la versione di Guglielmo di Tiro Filippo avrebbe voluto far sposare un suo vassallo con la principessa vedova, ma proprio la fresca vedovanza e lo stato d’attesa della principessa non portò ad un buon esito della trattativa.
Secondo le cronache di Ernoul invece una complessa trama d’intrighi si concentrò tra vari personaggi, ognuno dei quali bramava il controllo del regno. Primo tra essi fu l’ex reggente Raimondo III di Tripoli, che mirava ad ottenere una nuova reggenza. Poi la potente famiglia degli Ibelin, uno di questi, Baldovino, membro dell’Alta corte di Gerusalemme, la quale aveva deliberato negativamente in merito al nuovo eventuale matrimonio della principessa Sibilla, offese pubblicamente Filippo. Quest’ultimo decise quindi di abbandonare Gerusalemme e partire per Antiochia ponendosi al servizio del principato. Proprio la partenza di Filippo diede l’impulso decisivo al Saladino, che decise di muovere le sue truppe dall’Egitto, in breve invase i territori crociati e si diresse verso Gaza per espugnarne la piazzaforte templare. Baldovino si asserragliò nella fortezza di Ascalona con 500 cavalieri e Rinaldo di Châtillon tra i suoi comandanti, era ritornato in libertà da appena un anno, dopo aver patito la prigionia in Aleppo. I cavalieri Templari, a loro volta, erano bloccati a Gaza. La forza d’invasione del Saladino poteva contare su oltre 25 mila uomini. Il sultano d’Egitto commise l’errore di non reputare Baldovino IV una minaccia e lasciò pochi uomini a guidare l’assedio delle due rocche, prima di dirigersi verso Gerusalemme. Lungo il cammino vennero espugnate diverse città, tra cui Ramla, ma l’esercito del sovrano d’origine curda, si era dispiegato troppo. Quando Baldovino ed i Templari riuscirono a liberarsi dagli assedianti, riunirono le forze, in verità poca roba: 500 cavalieri agli ordini del re e 80 cavalieri templari, più alcune migliaia di fanti. Mossero in ogni caso all’ inseguimento dell’invasore e riuscirono ad intercettarlo proprio nei pressi di Ramla. Qui le truppe si resero conto dell’enorme disparità tra le forze in campo. La leggenda vuole che Baldovino IV smontato da cavallo prese la reliquia della Vera Croce dalle mani del vescovo di Betlemme e prostrandosi dinnanzi implorò l’aiuto divino per la vittoria. Rialzatosi intimò alle sue truppe di avanzare. I musulmani vennero colti completamente di sorpresa ed essendo troppo sparpagliati non riuscirono in nessun modo ad opporsi alle truppe di Baldovino, Il Saladino pare riuscì a scampare la morte solo perché montava in sella ad un cammello da corsa. Baldovino rincorse il decimato esercito invasore fino alla penisola del Sinai, qui Saladino riuscì a rientrare nei suoi territori con un esiguo numero di uomini. Egli stesso dopo anni definì la battaglia di Montgisard come una catastrofe.

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