Il 29 giugno 1916 moriva il calciatore Stefano Giagheddu


Stefano Giagheddu in divisa militare


Il 1916 è il terzo anno di guerra, secondo per l'Italia, gli eserciti si fronteggiano su smisurati confini fatti di fango, sangue e filo spinato. Pochissimi i vantaggi territoriali, infinite le morti su entrambi gli schieramenti. A febbraio aveva preso avvio la battaglia di Verdun, un inghiottitoio di ferro e fuoco che si porterà via un milione di morti. A maggio parte l'ambiziosa offensiva Austro-Ungarica in Trentino (impropriamente definita Strafexpedition), con l'intento di accerchiare le forze italiane e chiudere la contesa sul fronte italico. Ma un successivo ripiegamento di forze italiane verso le zone minacciate e specialemte con la neo costituita V Armata, Cadorna riuscì ad arrestare la dilagante discesa del nemico verso la pianura veneta. L'offensiva fallì grazie all'attacco sferrato, ai primi di giugno, dai russi sul fronte orientale. Le truppe zariste sfondarono, uno dei pochi grandi successi dell'intero anno, in seguito all'offensiva Brusilov. 
In seguito Cadorna progettò un'offensiva più mirata, che potesse portere ad un qualche risultato di prestigio (Gorizia verrà conquistata l'8 agosto), anche grazie all'uso delle bombarde che, preservando le truppe, distruggevano efficacemente avamposti e trincee nemiche, favorendo l'avanzata delle nostre truppe.
In questo quadro d'operazioni ritroviamo il giovane Stefano Giagheddu. Ventunenne cagliaritano (nato a Cagliari l'11 marzo 1895), ma di chiare origini galluresi, studente universitario ed ottimo sportivo. Prima della guerra aveva militato nelle file della Società Ginnastica Amsicora ed aveva disputato il torneo calcistico del Concorso Internazionale di Torino 1911. Qui, insieme ai compagni amsicorini, aveva conteso alla Bentegodi di Verona la qualificazione alla finale. La gara si era svolta sul terreno di Piazza d'Armi, subito adiacente al monumentale Stadium. Il risultato finale fu nettamente in favore degli scaligeri (6 a 0), ma gli amsicorini si comportarono egregiamente strappando applausi e l'ammirazione degli avversari. il mediano sinistro Giagheddu, iniseme a Loy e Anchisi, risultò tra i migliori fra i cagliaritani. poi scoppiò il conflitto e Giagheddu venne inquadrato nel 20° reggimento di fanteria, col grado di sottotenente di complemento. Sul San Michele, dove Giagheddu si trovava, il 29 giugno, gli austro-ungarici sferrarono un attacco con gas tossici. le truppe italiane vennero colte di sorpresa e le maschere in dotazione ai nostri fanti non erano efficaci quanto quelle del nemico. Durante quest'azione Giagheddu, che guidava un'azione contro il nemico, cadde intossicato e morì sul campo di battaglia. Per ironia della sorte, a poca distanza e con una manciata di ore di differenza, moriva nello stesso modo Virgilio Fossati, capitano dell'Internazionale di Milano

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