1912-13 La Juventus salvata da un interista

Juventus 1913-14
In questo finale di campionato 2016-17, che ormai ben poco ha da dire sul piano della classifica, almeno per quanto riguarda lo scudetto e le retrocessioni, continuano ad infuriare le polemiche a seguito delle direzioni di alcuni incontri. Non entriamo nel merito di questi scontri infuocati, che troppo spesso abbandonano la ragione per assumere contorni dai toni più che surriscaldati. ci colpisce invece un'ulteriore polemica, nata al seguito di una nota pubblicata, sui profili ufficiali neroazzurri, in occasione del 109° anniversario della fondazione dell'Internazionale F.C.:

La nostra è una storia diversa dalle altre. È la storia di un club con valori profondi stabiliti più di cento anni fa e che continuano a guidarci ancora oggi. Ogni giorno.Siamo nati dalla visione di intellettuali, studenti, stranieri e artisti riuniti al ristorante l’Orologio di Milano. Condividevano un’idea moderna e innovativa per quel tempo: che Milano meritasse un palcoscenico internazionale, e una squadra internazionale.E così il 9 marzo 1908 nacque l’F.C. Internazionale Milano. Una squadra che abbraccia la diversità, in cui tutti i giocatori si riconoscono sotto un’unica bandiera: quella del talento. In 109 anni di storia l’Inter è l’unica squadra italiana ad aver conquistato il Triplete e a non essere mai retrocessa. Da oltre un secolo i nostri valori – Unità, Integrità, e Passione – guidano ogni nostra azione e ci fanno riconoscere agli occhi del mondo. Giochiamo con unità – dalla nostra nascita abbiamo schierato giocatori di più di 47 nazionalità diverse e abbiamo tifosi appassionati in tutto il mondo. Siamo senza dubbio una famiglia del mondo che vince unita. Agiamo con integrità – onestà e correttezza ci guidano. Non conta solo vincere, ma soprattutto come si vince. Giochiamo con passione – con un sentimento profondo che alimenta la nostra anima indomita. I nostri valori nascono da un forte credo che ci ispira e scorre nelle nostre vene. Noi siamo davvero fratelli del mondo. Lottiamo con coraggio per ciò in cui crediamo a testa alta, e il nostro cuore batte forte. Noi siamo i nerazzurri”

Ovviamente la suddetta nota non ha fatto altro che alimentare ulteriori polemiche e da alcune parti è tornata alla luce la ben nota vicenda legata alla I Divisione 1921-22 (quella delle società dissidenti, che in rotta con la Federazione, organizzarono un torneo tutto loro, guidato da una nuova e - per fortuna brevissima sigla - C.C.I.), che vide trionfare la Pro Vercelli. L'Inter, non solo non superò il baluardo del Girone B, ma arrivò per giunta ultima nello stesso raggruppamento e quindi, a norma di regolamento, fu obbligata a sostenere degli spareggi con alcune compagini di II Divisione. Superato il primo turno per ritiro dello Sport Italia Milano, non ha troppe difficoltà a battere la Libertas Firenze ed in questo modo conservare la I Divisione per il torneo successivo, quello che a seguito del "Compromesso Colombo" ritorna ad essere unito sotto l'egida federale. Certamente le convulse fasi che portarono a ricucire il profondo strappo che si era creato durante la precedente estate, creò non pochi malumori.Diverse società, che sul campo avevano guadagnato il diritto a permanere in I Divisione, si videro estromesse dalla massima serie, i meriti sportivi premiarono società come la stessa Inter, che sul piano della classifica avevano meno da sperare. Resta un dato comunque che il regolamento della C.C.I. prevedesse gli spareggi e su questo piano l'Internazionale conservò la categoria, ma sul piano morale come non capire chi dal compromesso venne in fin dei conti danneggiato?
Questo episodio ultimamente viene spesso impugnato dai tifosi juventini per dimostrare che nessuna società italiana vanta una partecipazione consecutiva a tutti i tornei di Prima Serie senza interruzione alcuna. A queste rimostranze, certo frutto della passione sportiva e dell'attaccamento alle rispettive maglie, ci vede in ogni caso, per coerenza storica, obbligati a fare alcune precisazioni. Le stesse riguardano il torneo di I Categoria 1912-13. Il torneo vede il terzo titolo consecutivo conquistato dai "leoni vercellesi", ma nel girone piemontese, quello vinto dalla Pro Vercelli, la Juventus, male in arnese in quel periodo, chiude all'ultimo posto e secondo il regolamento dell'epoca è retrocessa nel campionato di Promozione (II Serie), insieme a Racing Libertas di Milano e Modena.  Le reiterate proteste di queste due ultime società portano la Federazione a ventilare l'ipotesi di una riforma del torneo ed un allargamento dei quadri per la I Categoria 1913-14. In ogni caso la Juventus non aveva speranze, visto l'accorpamento dei gironi ligure e piemontese ed i maggiori diritti dell'Alessandria (neopromossa alla massima serie). La soluzione, paradossalmente giunse da un interista, il dirigente Mauro, che accolse la richiesta del vice presidente juventino Malvano e fece in modo, con lo spostamento del Brescia nel girone emiliano-veneto, di inserire proprio la Juventus nel girone lombardo. Il Campionato poi vide, paradossalmente, proprio la Juventus e l'Inter qualificarsi al girone finale nord, in un torneo che poi a scorno di tutti venne vinto dal combattivo Casale. La storia a volte va oltre le rivalità, lungi dal fare paragoni col presente o vedere quell'epoca con occhi romantici, possiamo comunque dire che la Juventus venne salvata da un interista.

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